Le Pussy Riot secondo Davide Toffolo

Forse avete già visto queste due tavole sul domenicale del Corriere. Forse su Facebook, o altrove. Comunque sia, le condivido anche io. Per due ragioni:

-> con le storie per La Lettura, mi pare ormai chiaro, Toffolo si sta divertendo molto, sfruttando niente male il maxi-formato del quotidiano. Per esempio usando tecniche di colorazione ultrapop che raramente gli abbiamo visto usare; o costruendo pagine con un impianto al contempo unitario/gigante e frammentato in vignette con trovate brllanti. Il che mi fa ulteriormente riflettere a quanto hanno fatto Paolo Bacilieri, o Marco Corona, o altri con quel supporto: chi più chi meno (chi meglio chi peggio) ne stanno approfittando per davvero, lavorando sulla monumentalità e sulla spettacolarità. Quelle due pagine, per quanto orrendamente chiamate ‘graphic novel’, si stanno insomma rivelando come una sede interessante. Sul piano linguistico, persino meglio delle due pagine su Internazionale (sui contenuti non credo: si fatica a trovare una ‘linea’, e la discontinuità degli esiti rimane notevole).

-> in questa storia, inoltre, Toffolo ha fatto un servizio utile e prezioso. Nei mesi scorsi, infatti, gran parte dei media si sono concentrati spesso sul “mostrare” le Pussy Riot più che sullo ‘spiegarle’. Non senza il cinismo di associare (travestire?) la loro provocazione politica con lo stereotipo mediale della sexy bad girl. Eppure, che siano sexy o meno, il punto era e rimane ben altro. Per questo Toffolo più che ritrarle e sottolinearne l’energia fisica, le ha lasciate parlare. Mettendo in scena le parole di una di loro (Nadia), ovvero quanto aveva detto dopo la sentenza al processo lo scorso Agosto:

toffolo_pussy1toffolo_pussy2

Alcune immagini (disegnate) di Dio che mi son piaciute

Uno degli oggetti editoriali più bizzarri di questa primavera si chiama A4GOD, per 4 ragioni:

  • non è un libro, ma una raccolta di immagini – un genere editoriale che pare sempre più raro, visto l’ormai consolidato spostamento sul web di quelli che una volta erano i portfoli e i concept-book visivi.
  • affianca e mescola artisti di estrazione – tecnica, stilistica, professionale – profondamente diversa, dall’illustrazione alla fotografia al fumetto.
  • è una sorta di mappatura, o meglio un ritratto eccentrico dell’illustrazione italiana contemporanea, attenta soprattutto ai talenti emersi negli anni 2000, in primis quelli impegnati tra disegno e altre discipline.
  • è una interessante sfida creativa, perché offre una rara occasione di osservare – e comparare – le diverse sensibilità di 105 autori, messe all’opera a partire dallo stesso soggetto. Che in questo caso, peraltro, è un soggetto iconologico complesso: Dio, icona immaginaria – irrappresentabile – per eccellenza.

Si tratta di un progetto di Studio Pomo – Marco e Alessandro – che hanno provato così a fare il punto del proprio percorso di grafici interessati all’illustrazione. Un percorso che ho seguito spesso da vicino, lavorando insieme (anche per questo blog: l’immagine nell’header è una loro elaborazione).

Il risultato è un contenitore discontinuo, magmatico, contraddittorio – e proprio per questo, credo, ricco di immagini interessanti. Permettetemi allora di consigliarvelo così, con qualche disegno tra quelli che mi sono piaciuti di più:

Andrea Bruno

Marco Corona

Adriano Carnevali

Francesco Cattani

Elzevira

Manuele Fior

Fupete

Marco Klefisch

Giacomo Nanni

Davide Toffolo

 

ZeroGuide Milano in (mini) mostra

Sorpresa: per la prima volta ci mettiamo in mostra.

Una piccola parte degli originali della collana ZeroGuide verrà infatti esposta dal 14 al 31 Marzo, a Milano.

Sarà una mostra piccola e di breve durata, in un nuovo spazio culturale e di co-working che inaugura le proprie attività in questa occasione: Santeria. Un posticino gestito da un gruppo di ragazzi cui non mancano idee, energia e sana voglia di divertirsi – a Milano. Quanto basta per farci appassionare e dire ok, ci siamo anche noi, ché a vivere e raccontare un’altra Milano – altra, per esempio, rispetto alle avventure poco edificanti (ma ma molto edificate) del nuovo antieroe meneghino Batman-Morattici dedichiamo da un po’.

E allora ecco alcuni originali di Davide Toffolo, Paolo Bacilieri, Gabriella Giandelli, Massimo Giacon. Ovvero, i disegnatori che si sono alternati, dal 2008 al 2011, alle sole edizioni milanesi delle ZeroGuide. Di ciascuno dei loro interventi saranno visibili le tavole dei fumetti – con cui si ‘aprono’ abitualmente le nostre city guides illustrate – e una ristretta manciata di disegni. Splendidi ritratti disegnati di Milano da parte di – diciamolo – i migliori interpreti di questa città nel fumetto italiano contemporaneo.

Un assaggino, insomma, di quel progressivo racconto visivo delle città italiane che ZeroGuide sta sviluppando di anno in anno, all’insegna del migliore fumetto italiano.

In puro stile Zero, si inizia stasera 8 Marzo con una speciale apertura di “Anteprima”: alle 18, special guest Mr. Paolo Bacilieri e Miss Gabriella Giandelli. Incluso sbevazzo e dj set. Poi tutti in hiatus – mentre Santeria si attrezza in tempo reale con le ultime suppellettili – e la mostra aprirà il 14, preceduta da seconda festicciola il 13 alle 18, con annessa seconda sessione di sbevazzo.

L’indirizzo: Santeria, via Paladini 8, Milano

Insomma, se siete a Milano, tutti invitati. Sì, anche quel vostro amico che ai vernissage ci va solo perché si beve gratis (e per giunta, dei fumetti non gliene può fregar di meno).

Il dolente teatro dell’orrore di Toffolo

Dalla documentazione raccolta da Paola Bristot, relativa agli artisti sloveni internati nei campi di concentramento fascisti (1942-1943), e pubblicata in appendice al nuovo lavoro di Davide Toffolo L’inverno d’Italia:

Caro Davide, sto studiando e raccogliendo elementi molto interessanti per il tuo libro. Ho trovato la collaborazione e anche la compartecipazione di molti qui in Slovenia, dove il problema degli internamenti di cittadini croati e sloveni in Italia ha una letteratura molto nutrita. Sono stata al Museo di Storia Contemporanea di Ljubliana che recentemente ha allestito una mostra proprio su questo tema, con un’esposizione in particolare proprio dei disegni realizzati dagli artisti internati.

Ti riassumo, per quanto possibile, questo delicato e intricatissimo periodo, tenendo presente, come eravamo d’accordo, che mi sono concentrata soprattutto sulla singolare e originale documentazione artistica. La storia dell’occupazione nazista e fascista della Slovenia è molto complessa e la presenza di campi di internamento di croati e sloveni in Italia rimane una delle pagine più oscure e oscurate della nostra storia. La loro definizione di internati e non di prigionieri di guerra ha fatto sì che anche il trattamento loro riservato fosse del tutto privo di quei minimi diritti, garantiti dal trattato di Ginevra, che questi ultimi avevano.

I rastrellamenti compiuti nei territori annessi alla provincia di Ljubljana compresero all’inizio intellettuali e artisti che svolsero un’intensa attività di documentazione dell’esistenza e della vita dei campi di concentramento, praticamente la sola, vista la rarità delle foto dei campi e il loro repentino smantellamento dopo la capitolazione dell’Italia, l’8 settembre 1943. In particolare nel campo di Gonars, in provincia di Udine, si ritrovarono pittori, scultori, poeti, letterati provenienti dall’Accademia e dall’Università di Ljubljana, sospettati di possibili collegamenti con il Fronte di liberazione (Obvestila Fronta), la Resistenza slovena. I ritratti, le caricature, le vedute degli interni dei campi o i profili dei paesaggi visti attraverso il filo spinato mostrano la ferrea volontà di non perdere la propria identità, di non sottomettersi al programma di annientamento per denutrizione e di snazionalizzazione imposto dallo Stato Italiano, allora fascista.

Agli inizi del ’43, molti degli internati, già stremati da mesi di prigionia, furono trasportati a Gonars, Monigo, Chiesanuova, Sulmona… I continui spostamenti, le difficoltà delle trascrizioni dei nomi, i morti tenuti nascosti per l’accaparramento delle loro misere porzioni di cibo, i nati morti… hanno impedito il conteggio preciso del numero degli internati. “Il cardinale Cicognani, delegato apostolico a Washington, su richiesta dell’ambasciata Jugoslava in una lettera di supplica presso la Santa Sede cita un numero di 100.000 internati in Italia. La commissione d’indagine Jugoslava fornisce la cifra di 109.437 internati nei campi fascisti” dal libro di Alessandra Kersevan, Un campo di concentramento fascista, Gonars 1942-43, (ed. Comune di Gonars-Kappa Vu, Udine, 2003).

E quella che avete letto è solo una parte di quanto indagato e raccontato dalla brava Paola Bristot.

Il fatto sorprendente, a mio avviso, è che tutto questo ha contribuito ad ispirare un graphic novel dall’indubbio valore storico – riportare la memoria a uno dei drammi dimenticati della seconda guerra: i campi di internamento in cui l’Italia fascista sterminò migliaia di sloveni – ma che è l’esatto contrario di quel che oggi si tende a etichettare come “reportage a fumetti”.

Il nuovo libro di Davide Toffolo non è infatti giornalistico. O almeno, non più di quanto possa esserlo un lavoro di Marco Paolini. E’ un dramma in cui la prossimità con la scrittura teatrale, che Davide aveva già praticato nel precedente Très, diventa la chiave per rileggere in una prospettiva individuale un profondo dramma collettivo. Un lui e una lei, Drago e Giudita, giovani internati, danzano in scarni disegnini che volteggiano nel bianco delle pagine. E mettono in scena una serie di monologhi, sempliciotti e strazianti, fatti di sogni di cibi, animali, case, famiglie che non rivedranno più. Nel tempo sospeso dalla loro atroce condizione, i disegnini di due corpi scheletrici fanno pietà, piccoli segni persi tra il bianco accecante di pagine fredde, nell’inverno di un’Italia moralmente allo sbando – che vorremmo sapere distante per sempre.

Cose che accadono su iPad: Toffolo e Toppi

Quando si parla di fumetti italiani su iPad, si tende a dire molto di alcuni e poco di altri. No, non sto parlando degli innumerevoli prodotti di christian publishing che hanno popolato l’app store durante le feste (e di cui sarebbe interessante conoscere qualche dato). Parlo invece di Davide Toffolo e Sergio Toppi.

Il primo è presente con il recente Piccolo manuale di autodifesa dagli zombi!, pubblicato da Fandango in occasione del lancio del film The Horde. Il fumetto è contenuto in una app gratuita dedicata alla promozione del film, ed è enhanced da alcuni contenuti video – brevi sequenze dalla pellicola:

Il secondo è invece presente con alcune tavole disegnate, su sceneggiatura di Manfredi Toraldo, per il graphic novel collettivo L’avventura della Sindone, pubblicato anni fa dall’editore Lo Scarabeo. Questo lavoro è ospite di un in-app store, Next, che si presenta come ‘magazine’ della ManFont Comics, e che raccoglie diversi fumetti – tutti a 1,59€ – scritti da M.Toraldo:

Certo, il mercato del fumetto italiano su iPad è caratterizzato, a tutt’oggi, da un panorama dell’offerta ancora minuscolo. Ma la crescita prosegue. E accanto al mainstream dell’attenzione sui player principali (Disney, Geronimo Stilton, Pimpa) e sugli early adopters (Tunué, Singloids, Sturmtruppen, Canemucco), iniziano a fiorire iniziative più “laterali”, e nicchie – chi più, chi meno – interessanti.