Il volume de L’Eternauta pubblicato in questi giorni da Edizioni 001 è una riedizione ‘vera’.
Non una quelle operazioni che si limitano a reimpacchettare un classico aggiungendo schizzi o prefazioni, ma un vero e proprio restauro “conservativo”. In questa direzione l’editore Antonio Scuzzarella ha progettato una serie di interventi di ripristino (scansioni e scelte di riproduzione), concordati con il disegnatore Solano Lopez, il cui obiettivo era riportare alla luce la personalità grafica del lavoro di Solano. Dunque non solo un lavoro che riconduce l’Eternauta al più consono formato orizzontale, pressoché ignoto in Italia dopo lo storico trattamento di Ruggero Giovannini e Stelio Rizzo per la versione in formato rivista (‘verticale’) di Lanciostory. E devo dire che, fatto il confronto tra alcune tavole prima e dopo la cura (editoriale) – ne vedete 4 qui sotto – la differenza si vede.
Di ciascuna coppia di tavole che segue, le prime vengono dall’attuale edizione ‘definitiva’ restaurata. Mentre le seconde sono tratte dalla più recente edizione orizzontale ‘canonica’, ovvero la “edicion legal” di Doedytores, pubblicata in Argentina (2007) per i 50 anni de l’Eternauta. Quest’ultima – nota per i filologi – era identica alla celebre e controversa edizione Record degli anni ’70, che a sua volta si rifaceva alla prima edizione in volume, la Ramirez del ’61/’62 (quella che, con l’intervento di Oesterheld e Solano, rielaborò la pubblicazione a episodi su Hora Cero cancellando le didascalie di apertura e altri passaggi).
[cliccare x ingrandire]
In questa nuova edizione, il segno del co-autore (cui collaborò anche, per le ultime 50/60 pagine, José Muñoz) pare davvero più ricco di quel che la storia editoriale de l’Eternauta ci aveva consegnato. Soprattutto per due aspetti: i dettagli espressivi, e i contrasti di luce.
Intendiamoci, la povertà delle tecnologie di riproduzione del disegno, nell’Argentina anni ’50, non ci ha affatto impedito di godere del gioiello che conosciamo. Solano stesso ne era consapevole: nei suoi disegni originali, i neri erano stesi in modo volutamente impreciso (pennellate, più che campiture piene), che teneva conto dell’effetto di perdita di definizione in sede riproduzione. Le pennellate si sarebbero impastate, producendo il nero che sarebbe servito. C’era un solo limite: il rischio di perdere dettaglio nella cura dei volti, nella presenza martellante della neve, in alcuni tratteggi e ombreggiature. Tutti aspetti non primari, ma utili a rinforzare i toni espressionisti del lavoro, al servizio di una storia fatta di contrasti, di giochi di sguardi e progressive apparizioni, di bianchi abbacinanti e buio raggelante.
Buona filologia, insomma. E che venga da un editore italiano, mi pare una bella notizia.
Filed under: design&bookdesign, storia del fumetto | Tagged: 001 edizioni, eternauta, francisco solano lopez | 18 Comments »