Un fumetto (dimenticato) di Federico Fellini

Del Fellini fumettista – come si diceva qua – poco si dice e poco si racconta. Forse anche perché, nonostante la sua importanza e il suo ruolo nell’evoluzione della cultura del fumetto in Italia, sono ancora assenti raccolte o studi che presentino in modo organico la sua produzione di strisce e tavole (al di là delle pur numerose pubblicazioni dedicate a disegni e vignette).

In questa direzione una novità rilevante è la recente riscoperta di un breve fumetto realizzato da Fellini negli anni ’70, per un progetto commissionato a suo tempo da Rolling Stone USA: un inserto del magazine dedicato a una rilettura degli Anni Sessanta attraverso il fumetto. La tavola è stata riportata alla luce nel volume Someday Funnies, curato dall’editor del progetto all’epoca, Michael Choquette, che raccoglie per la prima volta i 129 fumetti realizzati da 169 autori in un’antologia tanto sgangherata quanto ricca di piccole perle.

Il fumetto di Fellini, diversamente dagli altri, divaga rispetto al tema “anni 60”, narrando tutt’altro: un sogno. [per comodità di scansione – visto il grande formato – ho diviso la tavola in due porzioni; cliccate per ingrandire]

Federico immagina di trovarsi in volo, e di salvare l’aereo infilando il dito in un misterioso quanto pericoloso foro apertosi nella fusoliera. Per questo suo gesto, all’atterraggio, viene nominato dal governo “capo dell’aeroporto” – un sogno per certi versi premonitore, come osserva Choquette pensando all’aeroporto di Rimini, dedicato successivamente alla memoria del regista.

Nel nuovo incarico, affiancato da uno dei suoi tipici “donnoni”, Fellini affronta l’arrivo di un misterioso passeggero, un orientale privo di passaporto. L’enigmatico personaggio resterà lì, in attesa, per anni, mentre l’aeroporto si fa deserto e il paesaggio circostante si trasforma in una piovosa notte eterna.

Il telegramma che Fellini inviò a Choquette per comunicargli l’invio della tavola:

5 Risposte

  1. […] e Gahan Wilson) un fumetto completo anni settanta di Federico Fellini. Di più non vi diciamo: fate click qui per leggere l’articolo completo di Matteo Stefanelli. Stampa (o PDF o Mail) il solo […]

  2. […] di autori italiani più interessanti, l’antologia Someday Funnies (di cui avevo postato qui una tavola firmata Federico Fellini) ne presenta una di Guido Crepax. Tra i primi ad essere […]

  3. […] Il suo fumetto più celebre è il quasi- proto- graphic novel The Juggler of Our Lady (1953), uno di quei lavori tanto dimenticati quanto affascinanti (come piace al Seth dei Forty cartoon books of interest, per intenderci). E dopo avere sfogliato qualche tempo fa il volume a lui dedicato Talking Lines – con prefazione di Seth, naturalmente – il destino mi ha messo sotto il naso un altro suo lavoro. Brevissimo, questa volta: una sola pagina, realizzata durante gli anni ’70, riemersa dall’oblìo con l’edizione del leggendario e sgangherato progetto di Michael Choquette di cui raccontai qua. […]

  4. […] Dopo La strada, Il bidone e Le notti di Cabiria (che gli vale il secondo Oscar) nel 1960 il regista è reduce dalle riprese de La dolce vita. È in quel momento che arriviamo a una seconda tappa nella carriera del Fellini fumettista. L’analista junghiano Ernest Bernhard, figura di riferimento a Roma anche per altri intellettuali come Giorgio Manganelli e Natalia Ginzburg, gli suggerisce di prendere nota delle sue visioni oniriche. Fellini accetta la proposta, ma invece di riportale scritte, decide di disegnarle. Lo farà fino al 1990, riempiendo centinaia di pagine di “segnacci, appunti affrettati e sgrammaticati, pupazzetti”. Nel disegnare i suoi sogni, Fellini dà libero sfogo alle sue visioni e alle sue idiosincrasie, racconta se stesso e il mondo che lo circonda. Il risultato è il meraviglioso Libro dei sogni, un esplosivo diario denso di suggestioni, paure e desideri che si accavallano, situazioni surreali popolate da personaggi noti e meno noti, amici e donne amate da Fellini (interessante a questo proposito un breve fumetto realizzato da Fellini negli anni ’70, per un progetto commissionato a suo tempo da Rolling Stone USA. Lo trovate qui. […]

  5. […] Dopo La strada, Il bidone e Le notti di Cabiria (che gli vale il secondo Oscar) nel 1960 il regista è reduce dalle riprese de La dolce vita. È in quel momento che arriviamo a una seconda tappa nella carriera del Fellini fumettista. L’analista junghiano Ernest Bernhard, figura di riferimento a Roma anche per altri intellettuali come Giorgio Manganelli e Natalia Ginzburg, gli suggerisce di prendere nota delle sue visioni oniriche. Fellini accetta la proposta, ma invece di riportale scritte, decide di disegnarle. Lo farà fino al 1990, riempiendo centinaia di pagine di “segnacci, appunti affrettati e sgrammaticati, pupazzetti”. Nel disegnare i suoi sogni, Fellini dà libero sfogo alle sue visioni e alle sue idiosincrasie, racconta se stesso e il mondo che lo circonda. Il risultato è il meraviglioso Libro dei sogni, un esplosivo diario denso di suggestioni, paure e desideri che si accavallano, situazioni surreali popolate da personaggi noti e meno noti, amici e donne amate da Fellini (interessante a questo proposito un breve fumetto realizzato da Fellini negli anni ’70, per un progetto commissionato a suo tempo da Rolling Stone USA. Lo trovate qui. […]

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