Alcune immagini (disegnate) di Dio che mi son piaciute

Uno degli oggetti editoriali più bizzarri di questa primavera si chiama A4GOD, per 4 ragioni:

  • non è un libro, ma una raccolta di immagini – un genere editoriale che pare sempre più raro, visto l’ormai consolidato spostamento sul web di quelli che una volta erano i portfoli e i concept-book visivi.
  • affianca e mescola artisti di estrazione – tecnica, stilistica, professionale – profondamente diversa, dall’illustrazione alla fotografia al fumetto.
  • è una sorta di mappatura, o meglio un ritratto eccentrico dell’illustrazione italiana contemporanea, attenta soprattutto ai talenti emersi negli anni 2000, in primis quelli impegnati tra disegno e altre discipline.
  • è una interessante sfida creativa, perché offre una rara occasione di osservare – e comparare – le diverse sensibilità di 105 autori, messe all’opera a partire dallo stesso soggetto. Che in questo caso, peraltro, è un soggetto iconologico complesso: Dio, icona immaginaria – irrappresentabile – per eccellenza.

Si tratta di un progetto di Studio Pomo – Marco e Alessandro – che hanno provato così a fare il punto del proprio percorso di grafici interessati all’illustrazione. Un percorso che ho seguito spesso da vicino, lavorando insieme (anche per questo blog: l’immagine nell’header è una loro elaborazione).

Il risultato è un contenitore discontinuo, magmatico, contraddittorio – e proprio per questo, credo, ricco di immagini interessanti. Permettetemi allora di consigliarvelo così, con qualche disegno tra quelli che mi sono piaciuti di più:

Andrea Bruno

Marco Corona

Adriano Carnevali

Francesco Cattani

Elzevira

Manuele Fior

Fupete

Marco Klefisch

Giacomo Nanni

Davide Toffolo

 

Oggi vado in libreria (non in quel senso)

Il senso è invece che oggi esce nelle librerie – francesi – un mio libro. Ovvero un volume intitolato La bande dessinée: une médiaculture, che ho curato insieme a un collega, Eric Maigret, e pubblicato per Armand Colin (reperibile tipo qui o qui).

Si tratta di un lavoro abbastanza teorico, che prova a fare il punto su questioni che attraversano da un po’ di tempo la riflessione sul fumetto – quella che qui chiamo sempre, tra il serio e il faceto, “fumettologia”. Come abbiamo provato a esprimere in quarta di copertina, è un tentativo che si colloca – con convinzione – in una ‘terza via’ tra lo sguardo stigmatizzante e quello apologetico che dominano ancora i discorsi fumettologici, e che potremmo dire ‘costruttivista’. Una prospettiva abbracciata da studiosi di idee (o discipline) anche molto diverse e distanti, ma che condividono il bisogno di uno sguardo più aperto, focalizzato e insieme più ‘laico’ verso questo campo e forma culturale.

Il libro parla di temi come la storia stessa della riflessione -secolare- sul fumetto, la struttura e le dimensioni dei suoi principali mercati, la ‘forma culturale’ del graphic novel, la presenza del fumetto tra le pratiche ‘istituzionali’ di misurazione dei consumi culturali, l’esperienza del ‘leggere manga’ e il capitale culturale dei suoi lettori, il fenomeno ‘cinecomics’ alla luce dei processi di convergenza dei media. E discute problemi propriamente teorici come il nodo della ‘legittimazione sociale’ del fumetto, il concetto di ‘poetica’, le implicazioni metodologiche di un approccio ‘genealogico’ e anti-essenzialista alla storiografia del mezzo, l’influenza -culturale e categoriale- del cinema sulle tradizioni interpretative e sulle forme espressive del fumetto. Offrendo anche alcune considerazioni innovative -o almeno così paiono a me- sulla ‘marginalità sociale’ del mezzo, sul rapporto tra fumetto e corpo (del lettore e dell’autore), sulla nozione di fumetto come ‘dispositivo’, e sullo statuto teorico del rapporto tra Fumetto e Modernità.

Un dettaglio, infine, di cui vale la pena parlare in un blog come questo: la copertina. Ma prima, per darvi un’idea dei contenuti – su cui magari torneremo, ma con calma: questo è un blog, e quello un libro – ecco l’indice completo.

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Introduction : Un tournant constructiviste (Eric Maigret)

Partie 1
Politiques et histoire

Un siècle de recherches sur la bande dessinée (Matteo Stefanelli)
La bande dessinée comme objet théorique. Éléments pour une archéologie des discours sur la BD
Pour une cartographie des théories : disciplines et paradigmes
Le cadre des comics studies : approches et domaines de recherche

Théorie des bandes débordées (Eric Maigret)
Le « langage » de la BD : la domination du modèle linguistique
Temporalité, séquentialité et langage visuel
« Le rapport infini » entre l’image et l’écrit
Flux bande dessinée et analyse de dispositifs
Pour une socio-histoire des bandes dessinées
Sur quelques conditions d’apparition

Histoire de la bande dessinée : questions de méthodologie (Thierry Smolderen)
La flèche du temps
Multiplicité des groupes concernés et des définitions
La définition de l’art sequentiel
Le concept d’art séquentiel comme discriminant historique
Le creuset de l’illustration humoristique
Stylisation et diagrammatisation
Le genre des histoires en images vu à travers le prisme polygraphique
L’invention de Töpffer
Conclusion

Partie 2
Pratiques et publics

Tour de marchés (France, Japon, Etats-Unis) (Xavier Guilbert)
Une santé fragile
La course en avant de la surproduction
Japan Gross National Cool
L’approche 360
La frontière numérique
En guise de conclusion
Annexes : Modèles éditoriaux

La bande dessinée, pratique culturelle (Gilles Ciment)
Une légitimation très critiquée
L’absence de médiateurs culturels
Où ranger la bande dessinée dans les pratiques culturelles?
La concurrence des nouveaux médias
Une lecture encore très masculine
La jeunesse et la bande dessinée
Pour une étude sur la pratique culturelle de la bande dessinée

Bande dessinée et postlegitimité (Eric Maigret)
Le vol suspendu de la légitimité culturelle
Les aléas du régime postlégitime
La bande dessinée : culture postlégitime
L’impossible distinction par le roman graphique
Le positionnement des chercheurs : comment ne plus être légitimiste? 

La lecture de manga et ses transformations : enquête sur plusieurs générations de lecteurs en France (Olivier Vanhée)
L’appréciation et la connaissance des mangas en France
La passion pour le manga dans les trajectoires de lecteurs

Partie 3
Poétique et transmédialité

Emprise graphique et jeu de l’oie (Philippe Marion)
Une poétique de la bande dessinée ?
Pour une poétique médiagénique de la BD

Le roman graphique (Jan Baetens)
Une évolution inévitable ?
Pour une première définition du roman graphique
Le roman graphique : une forme d’adaptation littéraire ?
Le roman graphique « contre » la littérature ?
Le roman graphique : ni case, ni planche, mais livre

Du ≪ cinéma-centrisme ≫ dans le champ de la bande dessinée (Matteo Stefanelli)
Pour une analyse des configurations sociales
Les discours théoriques sur la BD et l’influence du cinéma
De Luca et la mise en abyme du dispositif de la planche
L’influence du cinéma dans les pratiques de création et de production des newspaper strips
Conclusions : la bande dessinée au-delà de son destin cinématographique

La bande dessinée et le cinema : des origines au transmédia (Ian Gordon)
Naissance de la bande dessinée : définitions et catégorisations
Les influences respectives de la BD et du cinéma : portées et limites
Des superhéros en blockbusters
la bande dessinée au cinéma : une affaire de convergence
Les emprunts du cinéma, au-delà des super-héros
Quant aux mangas

Conclusion. Aux marges d’une ambiguïté médiaculturelle : quatre questions brûlantes pour une théorie culturelle de la bande dessinée (Matteo Stefanelli)

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Dicevo della copertina.

A un libro che si occupa di un oggetto ‘visivo’ come il fumetto, mi sembrava giusto dare una veste “coerente”. E per farlo ho proposto all’editore un approccio diverso dall’abituale prassi per la collana (Médiacultures), prevedendo la presenza del disegno. Non volevo però un effetto-patchwork, né una strizzatina d’occhi con character celebri né, in generale, un disegno de-contestualizzato già apparso altrove. Ma tu guarda che rompiballe” – avranno detto a Parigi.

Pensando a chi avrei voluto coinvolgere, ho perciò dovuto meditare su aspetti non semplici: che genere di copertina avrei voluto, e a quale autore avrei potuto richiederla? Risposta: volevo si percepisse la materialità del disegno-su-carta, volevo si alludesse al concetto di ‘tavola’ ma senza troppi virtuosismi, e volevo Manuele Fior. Per diverse ragioni.

La prima è che si tratta di un autore italiano, certo. Ma non solo: Fior vive e lavora in Francia, dove è uno degli autori nostrani ormai riconosciuto per la qualità artistica. In questo senso, mi sembrava una buona cosa sancire un progetto franco-italiano con un ‘abito’ italo-francese, peraltro riconoscibile e potenzialmente apprezzabile.

La seconda ragione è che avevamo già collaborato, in passato, per il volume ZeroSagre. Un’esperienza particolarmente riuscita, che mi aveva fatto apprezzare sia la qualità espressiva che quella professionale di Fior. Lavorare con un autore è un conto; lavorare con chi sa raccogliere e interpretare – senza eclissare la propria personalità – un brief concettuale, è un altro conto. Con Manuele sapevo di poter contare su un confronto interessante ed efficace, e di attendermi un esito stimolante. Come è poi accaduto (peraltro: suo non è solo il disegno, ma anche le scelte della texture-carta e dell’effetto-scotch).

Infine, il fatto di essere membri della stessa generazione – per chi si è occupato del tema sociologico delle ‘generazioni’ (come mi è accaduto in tante ricerche presso l’Università Cattolica), e per chi ha vissuto la medesima fase storica del fumetto italiano e internazionale (entrambi) – mi è parso un ulteriore, piccolo, ‘cemento culturale’ dietro all’idea che mi era balenata.

Il risultato di queste considerazioni è la copertina che vedete. Un’immagine che suggerisce – o così spero – la sensazione di un “rinnovamento nel solco della tradizione”. Come è un po’ nello spirito di questa pubblicazione. Quantomeno, così abbiamo provato a fare.

Infine, qualche ringraziamento.

Parole/nomi che nel libro non aveva senso inserire, per stile della collana, per tipologia di progetto (collettivo), e per idiosincrasie retoriche. Ma che ha senso fare qui – visto che sono ‘in casa mia’ – per testimoniare come certi progetti possano prendere forma solo grazie al confronto e allo scambio. E allora – oltre ad Eric, ovviamente, e Manuele – per i diversissimi stimoli che mi hanno dato nel percorso, grazie a: Daniele Barbieri, Giovanni Boccia Artieri, Sergio Brancato, Fausto Colombo, Ruggero Eugeni, Fabio Gadducci, Thierry Groensteen, Paolo Interdonato, Philippe Marion, Thierry Smolderen.

Beh, a questo punto manca solo l’auspicio finale: spero vi piaccia e/o possa tornare utile. Fumettologicamente parlando, s’intende.

Buona lettura.

Fumettismi della domenica

Da ieri, il panorama italiano del fumetto si è arricchito di una nuova occasione per così dire di “concorrenza”: quella tra le pagine domenicali di Corriere e Repubblica.

Su Repubblica è partita la rubrica Il mio mondo in 50 libri di Alessandro Baricco, che ogni settimana sarà accompagnata da un’illustrazione di Manuele Fior:

Al Corriere ha invece debuttato un nuovo inserto, La Lettura, composto da 48 pagine articolate in quattro sezioni: Caratteri (libri e narrativa), Orizzonti (media e nuovi linguaggi), Sguardi (arte), Percorsi (reportage, storie e graphic novel). E la doppia pagina dedicata al fumetto si è aperta con un lavoro di Igort:

Che questa presenza di fumettisti, particolarmente centrale ed esplicita nel caso del Corriere, sia un ennesimo caso di “ritorno di attenzione al fumetto” (come ho provato a scrivere qui) mi pare evidente. Altrettanto evidente, ma forse ancora poco riconosciuto, mi pare il dato sul “palinsesto” (e/o abitudini di consumo) che si sta consolidando intorno alla relazione tra fumetto e stampa generalista. Ovvero una collocazione che ha origini antiche: la centralità della domenica, come giorno privilegiato per la lettura in genere, e di fumetto in particolare. Se ci pensate, nulla di cui stupirsi: è un po’ come ai tempi – un secolo fa – dei Sunday Comics Special che popolavano, in chiave di intrattenimento spettacolare – e con una creatività tutta visiva – le pagine dei quotidiani USA.

Insomma, come capita spesso di dire: l’innovazione (anche) nel fumetto contemporaneo si innesta su tradizioni profonde, che – finalmente, a differenza di 10/20 anni fa – riescono a trovare occasioni di reinterpretazione e rinnovamento. Un bel segnale, a mio avviso, del recupero di una memoria e di un senso del ruolo ‘comune’ – persino banale – del fumetto, come ingrediente legittimo tra le diverse pietanze di un’offerta di informazione, narrazione, cultura.

Una breve coda polemica, tuttavia.

Da osservatore ho seguito un po’ la copertura di queste “buone notizie” da parte dell’informazione, inclusa quella specializzata in fumetto. O almeno ci ho provato. Già, perché l’informazione sul fumetto – almeno quella online – pare avere decisamente snobbato queste uscite, prima, durante (ieri) e dopo.

E allora mi rivolgo, francamente stupefatto, a testate come Spaziobianco, Mangaforever, afnews, houseofmystery, Comicus, fumettodautore, cfapaz…: cari amici/colleghi/quelcheè: dove eravate, in questi ultimi giorni? Non eravate al corrente dell’uscita dell’inserto domenicale del Corriere (incluse le indiscrezioni ormai diffuse sulla presenza di due pagine di fumetto)? E una volta annunciato e poi uscito: non lo avete letto? Se sì (come credo): come è possibile che lo riteniate meno rilevante delle pur numerose news che, come sempre, avete rilanciato negli ultimi giorni?

Mi vengono in mente solo parole un po’ noiose, e persino antipatiche: mi pare un episodio tra lo sconfortante e lo scandaloso. Va bene tutto, ma non ‘bucare’ notizie che riguardano i due principali quotidiani del paese. E in particolare, mi pare inaccettabile bucare la notizia sulle due pagine di fumetti – inediti, e creati dai nostri maggiori talenti – offerte dal primo quotidiano nazionale.

Non vorrei fare il finto ingenuo: sono rimasto davvero stupito. Anche perché, ai tempi di Internet, sarebbero bastate una foto e due righe, quantomeno tra ieri e oggi.

Un anno fa, discutendo di alcuni limiti dell’informazione sul fumetto in Italia, scrivevo “meno news, più giornalismo”. Oggi viene persino da chiedersi: possibile che pure le notizie, quando sono chiare ed evidenti, si faccia fatica a riconoscerle?

Kaurismaki secondo Fior

Criterion Collection pubblica dvd di grandi maestri del cinema, puntando alla qualità sia editoriale (pellicole restaurate, contenuti speciali e critici) che di design del prodotto. E proprio per questo secondo aspetto, come abbiamo già visto, cerca spesso la collaborazione di alcuni talenti eccellenti dell’illustrazione e del fumetto.

La notizia è che Criterion ha finalmente coinvolto anche un fumettista italiano, Manuele Fior, autore di questa affiche per l’uscita americana del nuovo film di Aki Kaurismaki, Le Havre:

 

Top 10 fumetti 2010

Dimenticavo: anche quest’anno ho partecipato al gioco del webmagazine LoSpazioBianco, sul tema “Migliori fumetti del 2010”.

La Top 10 2010 complessiva è online da un pezzo. E la mia personale selezione è qui (con qualche argomentazione, almeno per le prime 4 opere inedite):

1) Barcazza di Francesco Cattani (Canicola)
2) Cinquemila chilometri al secondo di Manuele Fior (Coconino Press – Fandango)
3) Quaderni ucraini di Igort (Mondadori)
4) Cronache dalla palude di Francesca Ghermandi (Coconino Press – Fandango)
5) Ciccia di Dave Cooper (Comma 22)
6) Le ragazze nello stu­dio di Munari di Alessandro Baronciani (Black Velvet)
7) Garibaldi di Tuono Pettinato (Rizzoli Lizard)
8 ) Piero di Edmund Baudoin (Coconino Press – Fandango)
9) Il piccolo Christian di Blutch (Rizzoli Lizard)
10) Ciao Ciao Bambina di Sara Colaone (Kappa edizioni)

MENZIONE STORICA
1) Playboy’s Little Annie Fanny n.1 1962–1970 di Harvey Kurtzman e Will Elder (Magic press)
2) Le panoramiche di Jacovitti (Stampa Alternativa)
3) Il mondo dei Ronfi di Adriano Carnevali (Coniglio Editore)