Supereroi e elezioni italiane: un quadrato semiotico

Lo spassoso blog Squadrati, realizzato da due semiotici che, giocando con le ossessioni metodologiche (greimasiane) della loro disciplina, applicano quadrati semiotici a un po’ di tutto – dai locali della nightlife milanese alla fine del mondo, dalle serie tv alla cinefilìa – ha giocherellato sul nostro campo.

La loro ipotesi: e se alcuni noti supereroi potessero votare alle elezioni politiche italiane? Chi voterebbero? Risposta:

quadrato-semiotico-dei-supereroi

Primarie PD: un talent show supereroistico

Lo ammetto: nemmeno nelle più strambe previsioni sull’influenza ‘politica’ dei comics avrei pensato si potesse arrivare a questo, ovvero a una iniziativa di comunicazione con i 5 candidati alle primarie del centrosinistra in versione supereroi Marvel:

Come hanno già osservato in molti, una simile scelta ha quantomeno una doppia valenza: ironia sì, ma nel senso sia di una visione decomplessata e popolare della competizione, sia di discutibile autoparodia.

Ammetto serenamente che le associazioni politico/supereroe funzionano. E che alcuni aspetti mi hanno facilmente strappato un sorriso: la scelta di Bersani/LaCosa (nel senso anche di quell’altra antica ossessione per la “Cosa” politica), con tanto di sigaro à la Ben Grimm, mi pare davvero una trovata perfetta. Chapeau a chi ne ha avuto l’idea.

Tra gli aspetti che trovo più problematici, però, ce ne sono diversi.

Uno suonerà un po’ calvinista: in una fase tanto delicata, di fronte a sfide tutt’altro che divertenti e spensierate che attendono tanto il vincitore quanto i cittadini, beh, giocare su corde sostanzialmente umoristiche mi pare inaspettatamente controintuitivo. E la quantità di reazioni perplesse o negative mi pare dimostrarlo.

L’altro aspetto è che per una competizione tanto italiana si scelga di attingere a icone tanto poco italiane. Capisco che Arlecchino e Pantalone siano fuori moda (e per fortuna, direi). Ma che anche nella comunicazione politica di una competizione tanto ‘arcitaliana’ si guardi all’industria culturale statunitense mi pare – anche qui – tutt’altro che scontato. Per certi versi, peggio: un messaggio poco coerente.

Ma al di là dell’opportunità o meno di questi simboli, quello che più mi sorprende è altro. Ovvero il fatto che una simile iniziativa – divertente, sciocchina, virale, ecc – contribuisca in realtà a riprodurre un modello che col governo ‘tecnico’ pensavamo di avere relativizzato. L’idea cioé che i meccanismi della politica possano essere descritti e rappresentati – ironicamente, per fortuna – in forme che alludono ad altre idee di competizione: l’idea di “talent”. Just a show, folks.

Nell’utopia della democrazia diretta, questa associazione si inserisce in un percorso più ampio e già tracciato. Quasi a suggerire che sia sempre più vicino (‘grillismo’ docet) il grande passo: votarli direttamente online. Magari cliccando su “mi piace” al simpatico avatar associato a ciascuno. Un ottimo lancio, per un prossimo futuro prodotto di online gaming “Vota il tuo superpolitico preferito!”. E chissà che non sia già “nelle cose”: sai com’è, quando si è a caccia di leader responsabili in epoca di *superproblemi*…

Nella più prosaica realtà dell’industria culturale, la trovata di comunicazione politica pone invece un altro quesito: la Marvel lo sa? Si noti bene: l’url ufficiale, curiosamente, non è fantastici5 bensì proprio fantastici4.

Infine, un suggerimento di programmazione del prime time per gli amici di Sky: dopo il confronto di stasera, propongo di anticipare la messa in onda di The Avengers. Logico, no?

Supereroi in Helvetica

Come esercizio di stile, tanto più realizzato da uno studente (di grafica e tipografia), questo è notevole: una serie di supereroi tradotti in caratteri Helvetica con l’aiuto di pochi altri segni:

via Designtaxi

Supereroi precari per Occupy Wall Street

Forse qualcuno ricorda la satira parecchio nerd di Unemployed Man, graphic novel di un annetto fa. Un’operazione editoriale riuscita più per l’idea che per il linguaggio fumettistico, e che infatti ha perfettamente catalizzato l’attenzione dei media.

Scopro solo ora che a New York, per Halloween, gli autori hanno organizzato una kitschissima iniziativa per promuovere il libro e, insieme, per partecipare – giocosamente – alle iniziative sorte nell’ambito di Occupy Wall Street.

I nostri si sono immaginati una sfilata di cosplayer, ispirati a supereroi disadattati del calibro di Wonder Mother (una Wonder Woman in versione mamma), Captain Generica (costume splendido, vero?) o l’indispensabile Krug Man (la versione super-power di Paul Krugman!). E parecchi altri, uno più stupido e divertente dell’altro.

Captain Generica

Krug Man

Wonder Mother

via Wired.com

Supereroi anticapitalisti

Scopro che Hugo Chavez ha ribadito un suo vecchio cavallo di battaglia: Superman e Batman sono supereroi del capitalismo, e vanno contrastati (magari con eroi autarchici):

In tv il presidente venezuelano ha chiesto agli artisti «di iniziare una lotta culturale contro questi due eroi capitalisti»

A pochi giorni di distanza, un quasi omonimo filippino, Herbert Chavez, ha dato notizia per la sua ossessiva passione: lo stesso Superman:

Chavez è un uomo filippino di 35 che, dal lontano 1995, si sottopone ad interventi di chirurgia plastica per diventare come il proprio supereroe dei fumetti preferito. Tra le operazioni una rinoplastica, un intervento per rendere il mento più prominente, iniezioni per aumentare le labbra e impianti per le cosce. La sua trasformazione, però, non è ancora completa: tra gli interventi previsti per il futuro ce n’è uno particolarmente impegnativo che lo renderà più alto.

 Dubbi amletici: per i supereroi, sarà meglio esporsi ai vaneggiamenti di uno statista o di un estetista?