“Bisogna di continuo ricordare che l’aria è piena di parole e di crisi, di proteste e proposte. E’ il miglior modo di scartare l’idea falsa che non succede più niente, che viviamo una serie di catastrofi che rendono ogni pensiero impossibile e inutile, che ci incitano a accusare la televisione e Internet della scomparsa della coscienza civica” (Alain Touraine, 'Il pensiero altro')
Che Wilhelm Busch sia uno dei giganti della storia del Fumetto, è cosa nota. Da qui a dargli un volto, però, ne passa. Finché non ho scoperto queste due foto, la prima del 1860 (con boccale di birra – nonsiamai), la seconda del 1878:
Quaranta anni fa, nel 1971, a Lucca Comics fu ospite uno dei disegnatori più accademici – vero neoclassico – della storia del fumetto, apprezzato docente e autore della strips dedicata a Tarzan, Burne Hogarth:
Non avevo ancora visto nulla di questo mini-cult online di qualche anno fa. E ‘mini’ non è una parola a caso, perché il film – un mediometraggio interamente amatoriale – ha per protagonisti un gruppuscolo di bimbi, che interpretano in modo splendido le avventure di Batman e Robin (e Joker, e Batwoman, e Riddler…), in un esplicito omaggio all’indimenticabile serie tv degli anni ’60.
Nel suo piccolo, un record di complessità, da parte di un fandom in grado di governare con grande equilibrio la dimensione degli affetti. Celebrazione, sorriso, ri-costruzione, gioco, studio e libertà di esprimere – senza tradire il prodotto-matrice – quella dolcezza infantile che (anche) del consumo di fumetto è (stata) parte.