Little Nemo di Winsor McCay, la cui ispirazione ebbe forti debiti con un fumetto francese (una recente scoperta di cui avevo scritto qui), divenne rapidamente, a sua volta, un fumetto-modello quanto mai celebre, imitato, omaggiato, citato.
Anche nella storia del fumetto italiano i debiti nei suoi confronti sono stati numerosi. E fin dagli anni Dieci ha ispirato una buona quantità di imitazioni, calchi o smaccate allusioni.
Tornando a sfogliare in questi mesi le prime annate del Corriere dei Piccoli – che per diversi anni pubblicò in Italia le tavole di McCay (rimontate e drasticamente adattate al proprio formato) – mi sono imbattuto spesso nel più noto dei “Little Nemo italiani”: Schizzo, realizzato da Attilio Mussino, le cui circa 100 storie apparvero sulle pagine del settimanale tra il 1912 e il 1919. Un esempio fra i tanti [cliccare x ingrandire; con scuse per la qualità fotografica delle immagini]:
Tuttavia, spulciando a fondo, ho scoperto che Schizzo non fu interamente realizzata da Mussino. In almeno un caso, infatti, l’autore fu Guido Moroni Celsi (CdP 1 luglio 1917):
Sempre sul “corrierino” apparve inoltre, nel 1909, un altro anonimo fanciullo simil-Little Nemo, firmato Riccardo Salvadori:
Infine, e con (relativo) stupore, ho scoperto che anche il grande Antonio Rubino si cimentò in un’avventura in “stile Little Nemo” (CdP 12/12/1909), interpretata dal suo celebre Pierino:
Da allora a oggi, parecchi “Nemo italiani” sono passati (e il più celebre è diventato la rilettura sexy di Vittorio Giardino, Little Ego). Ma in quella fase dei primi due/tre decenni del Novecento, la moda di Little Nemo fu tale da attraversare un po’ tutte le testate nazionali, popolandole di bambini-a-letto-e-avventure-oniriche in una sorta di piccola, ricorrente ossessione iconologica (e pedagogica). Che meriterebbe, prima o poi, di essere approfondita.
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