Ormai è cosa nota: la stampa di opinione, anche quella socialmente e politicamente più schierata (soprattutto a sinistra), ha colto l’opportunità (di linguaggio) e il vantaggio (commerciale) di utilizzare il fumetto come uno degli strumenti del proprio mestiere.
Il punto oggi, diventa un altro: in che modo farlo? In quali occasioni? In che forma(to)? Su quali temi? Con quali stili? Quali autori? E le differenze sono consistenti. Anche perché gli esempi recenti sono molti, persino in Italia. I più freschi mi paiono due:
- Il quotidiano ecologista – legato ai Verdi – Terra, ha iniziato oggi la pubblicazione (in 3 parti, all’interno del supplemento domenicale) di un fumetto sulla figura di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica e “figura chiave della lotta ambientalista”. Autori: Paco Desiato, con Tommaso Vitiello e Nico Piro.
- Il quotidiano comunista Il Manifesto ha dedicato spazio al fumetto in diversi supplementi, di cui il più recente è “La Conquista – 1815-1870”, dedicato ad una ricostruzione storica dell’unità italiana (in 3 parti), con interventi di una pagina realizzati da vari autori: Luca Enoch, Matteo Scalera, Antonio Solinas, Roberto Recchioni, Diego Cajelli, Davide Gianfelice, Roberto Recchioni, Michele Petrucci, Sergio Ponchione.
Ma l’esempio più riuscito di tutti, fra quelli apparsi nell’ultimo trimestre, è francese: il supplemento Bande dessinée di Le Monde Diplomatique. Che ho finalmente finito di leggere. E che mi ha colpito per diverse ragioni:

1. Il prodotto. Il fumetto non è un mero “contenuto speciale” della testata, ma l’unico contenuto della pubblicazione.
2. La linea editoriale. L’obiettivo è propriamente giornalistico: non un “omaggio” o una “satira” su un dato tema, ma un’indagine o ricostruzione di caso. La cui elaborazione ha richiesto una vera e propria ricerca giornalistica. Non per nulla alcuni fumetti sono stati realizzati in collaborazione diretta con le firme del giornale. Insomma: sono canonici reportage, e non divertissement visivi.
3. La formula giornalistica. Ci si trova per le mani qualcosa di ben diverso dalla brevità che – soprattutto nel caso di fumetti di una pagina, come al Manifesto – riduce il contenuto ad “aneddoto”. Si tratta di lavori corposi – una decina di pagine – che consentono compiute argomentazioni, ricostruzioni documentate, e il dipanarsi del racconto di esperienze di osservazione complesse. Insomma: storie, e non aforismi disegnati.
4. Gli autori. Il supplemento è stato progettato da un team composto da giornalisti e fumettisti (il buon Morvandiau). Ma il vero punto è che il team ha scelto autori di provata esperienza proprio nel fumetto di realtà. Non fumettisti d’avventura o umoristici o per bambini, magari anche bravi, ma il cui rischio è quello di suonare come ‘commentatori improvvisati’. No: LeMondeDiplo ha scelto artisti già affermati in un campo culturale prossimo, e inoltre – tra questi – privilegiando quelli dalla più forte personalità artistica: nel sommario figurano talenti d’eccellenza – e non nel senso del botteghino – come Fabrice Néaud, Jochen Gerner, Joanna Hellgren, Maximilien Le Roy, Mazen Kerbaj ecc.
Ecco anche perché credo di dover fare qualche complimento pubblico a Elettra Stamboulis e Gianluca Costantini, autori italiani che nel volume in questione hanno pubblicato “La storia di Cheikh Mansour e altre mitologie del Caucaso”, un affascinante racconto/saggio sulla vicenda cecena:

Aspetto ulteriormente apprezzabile del lavoro di questi ultimi, è che in questa occasione Costantini ha sviluppato una tecnica di disegno davvero complessa e originale. Così intensa e lenta, in termini di lavorazione, da rendere il materiale – le tavole originali – tra le più preziose che abbia avuto modo di esaminare da vicino negli ultimi anni. Piccoli oggetti di oreficeria disegnata, che intendono la committenza giornalistica – in un caso di valore come questo – con esigenza pari a quella della più appassionata e personale ricerca artistica:
E’ una tecnica che sto usando ultimamente molto difficile. Per ora avevo fatto solo delle illustrazioni tipo le copertine di GIUDA per intenderci. C’è un primo lavoro su fotografia e computer. Poi il file viene stampato su un foglio apposito e inchiostrata poi colorata con una tecnica mista che va dai pennarelli ai pastelli. Alla fine c’è un originale su carta a tutti gli effetti.
Proprio in questi giorni, sul settimanale Internazionale (n. 881) – sola oasi italiana di un approccio (anche se non sempre) espressivo al giornalismo d’opinione – Costantini ha ripreso la stessa tecnica, per una storia più agile, in due pagine, che vedete anche qua:

Non solo auguriamoci che veda la luce, prima o poi, una bella raccolta delle “Cartoline da..” di Internazionale. Non solo auspichiamo che al Manifesto continuino a investire sul fumetto, ma abbandonando la perniciosa tendenza al divertissement. Che i fumettisti e giornalisti italiani lavorino più spesso – e concretamente – insieme, co-progettando storie come quelle di Le Monde Diplomatique: questo sì che val bene qualche oncia di speranza.
45.463064
9.176909
"Mi piace":
"Mi piace" Caricamento...
Filed under: linguaggi | Tagged: comics journalism, elettra stamboulis, fumetto di realtà, Gianluca Costantini, giornalismo d'opinione, il manifesto, Le Monde Diplomatique, terranews | 1 Comment »