Fumetti, Signora Moratti

La Signora – nel senso della Signoria medioevale, come ama dire il saggio Consigliere Giovanni – Moratti ha spedito a tutti i cittadini milanesi questo bel tomo:

Al suo interno, la sempre lieta madama cita anche, in un elenco di iniziative dalle fum(ett)ose coordinate temporali (Nel 2011? Ma se ha inaugurato prima che mi arrivasse il Moratti-tomo!), il suo progetto fumettistico: la “Casa del Fumetto”

(clicca x ingrandire)

Non sapevo (si fa per dire) che per la sindachessa ci fosse in serbo, per Topolino e Minni, una accogliente Casetta. Dove magari ospitare Snoopy in persona? Non sapevo (si fa per ri-dire) che fossero così perfettamente scoordinati, Comune e gestori, nel definire il nome – non dico un logo e un brand – della struttura in questione. Ma transeamus.

Per fortuna, Letizia ha allietato tutti con la sua entusiasta, competentepartecipazione alla conferenza stampa della scorsa settimana. Notare l’incontenibile trasporto passionale:

Insomma, un intervento di sostanza (ectoplasmica), che i presenti bene informati (…) hanno subito associato al più celebre caso internazionale del genere. Ovvero, la performance di un grande e potente amministratore locale che, all’inaugurazione di un importante Museo del Fumetto, si presentò con un articolato discorso ricco in cifre precise, riferimenti culturali brillanti (da Tintin a Marjane Satrapi) e prospettive politiche volte al futuro. Lei era la Governatrice regionale (ed ex-candidata presidenziale) Ségolène Royale, e noi eravamo 4 sparuti invitati italiani, all’inaugurazione nel 2009 del Musée de la BD di Angouleme:

11 Risposte

  1. complimenti anche agli operatori per le belle riprese e W il fumetto per bambini, che si sa… oggi proprio non si espande 😉

  2. immondizia su immondizia.
    che pena.

    h.

  3. ma lasciando stare la moratti che povera donna, ha fatto quello che doveva fare, la mia domanda è: guerre stellari con un museo di fumetto, che CAZZO C’ENTRA!?

  4. Eh. E mica hai torto.
    Perché nel filmato francese, io il cosplayer di SW non ce lo vedo.
    Quindi, sicuramente la Moratti è quello che è.
    Ma pure noi, mi duole dirlo, siamo quello che siamo.

    E il WOW non è una espressione chiara.
    Così come il museo del fumetto a Lucca.

  5. Signori, duole dirlo, ma avete tutti ragione.
    Però, Roberto, la tesi ‘sintomatica’ (“siamo fatti così”), che si usa anche per descrivere il successo di Mr. B., non è poi così vera né sufficiente: a essere “fatti così” non sono tutti gli italiani, né tutti i fumettòfili.
    A essere “fatti così” sono loro: non io, non noi.

  6. Sì.
    Peccato poi che a rappresentarci siano loro e non noi.
    Che siano sempre loro a mangiare sull’indotto che noi produciamo.
    Che siano loro a fare cose che sono lontanissime da noi, ma che dicono di rappresentarci.
    Sul serio, ogni volta che vedo cose come il WOW (che basta solo il nome a farmi incazzare) o il museo del fumetto di Lucca, mi sale un senso di malessere vero.
    Lo stesso malessere che mi viene quando mi capita di incontrare persone che con queste iniziative ci campano (e ci si fanno ricche) da anni.
    La cosa curiosa è che sono sempre gli stessi figuri.
    Che lo sappiamo tutti cosa combinano.
    E che nessuno dice mai niente.

  7. anche a suo figlio piacciono tanti i fumetti, uno in particolare.

  8. ma noi chi?
    come se rrobe, con tutto il bene che gli voglio, rappresentasse un’idea di fumetto che io condivido.
    Non è così.
    Non c’è nessun noi, e questo implica che non c’è nessun loro.

    io mi chiedo, ci sono degli idioti vestiti di plastica bianca che scortano una politicante imbalsamata.
    La politicante ci deve essere perchè in un modo o nell’altro, mette i soldi.
    Ma gli idioti che la scortano, chi li ha chiamati?
    Vorrei il nome e il cognome, non noi, loro, essi, coloro i quali. Sapere i nomi, per poter dire “tizio caiio, hai fatto una cazzata”.
    Quando io ho fatto o farò delle cazzate (succede a tutti di farne) Tizio Caio sarà ben pronto a farlo notare, come è giusto che sia. Questo dovrebbe aumentare il controllo delle cazzate commesse da una comunità, fondata sul rispetto reciproco, non sull’omertà delle cazzate.

    Giorgio Trinchero

    • i cosplayer di guerre stellari fanno sempre colore. Peccato non c’entrino un cacchio, come giustamente notano tutti. Fossero almeno stati i cosplayer di supereroi… O Silvio vestito da Puffo!

      E cmq chi vuoi li avrà chiamati: lo staff del sindaco o quello del museo: mica ci sono 100 ipotesi diverse da fare, no?

  9. ma poi non è che a me interessi veramente questa cosa dei cosplayer, era un esempio su un atteggiamento diffuso, non credo neanche di essermi spiegato molto bene, la teoria “dell’omertà delle cazzate” forse dovrei approfondirla un po’, ma non è questo l’ambito.

  10. scusate il ritardo con cui rispondo ma era da un po’ che non leggevo gli aggiornamenti del blog…
    io sono uno di quelli che lavora a WOW, ho contribuito a farlo nascere e quindi mi sento in dovere di rispondere alle critiche che ci muovete

    partiamo dalla Moratti.
    io, come tutti voi, sono rimasto disgustato dalla sua malcelata ignoranza e dal suo menefreghismo: pensate che non ha nemmeno fatto un giro nella mostra, ha detto le due cose in conferenza ed è fuggita…
    sapevamo che ci avrebbe utilizzati per la campagna elettorale (utilizzati male, per di più, perchè come avete fatto notare non ci ha nemmeno citati per nome nel suo libretto…), ma era lo scotto da pagare per aprire un museo del fumetto a milano.

    posso capire la vostra critica ai cosplayer di guerre stellari, non c’entrano col fumetto. ci è stato proposto di “arruolarli” e a noi non è sembrata una cattiva idea.
    considerate comunque che hanno soltanto scortato il sindaco in conferenza stampa, il loro ruolo si è esaurito lì.
    non pensiate solo per la loro presenza che noi non cercheremo di essere rigorosi, filologici e fumettistici al massimo, non mi sembra che la presenza di un paio di truppe imperiali basti a condannare come frivola una struttura come la nostra

    a qualcuno non piace il nome WOW: pazienza, non possiamo farci niente. per noi il nome ha un significato importante, perchè era la fanzine (http://www.lfb.it/fff/wow/index.htm) che è alla base della Fondazione Franco Fossati che gestisce il museo

    per concludere, sono rimasto deluso e offeso nel leggere che noi saremmo “persone che con queste iniziative ci campano (e ci si fanno ricche) da anni.
    La cosa curiosa è che sono sempre gli stessi figuri.
    Che lo sappiamo tutti cosa combinano.”
    come ho già detto, la struttura è gestita dalla Fondazione Fossati, che MAI si è comportata in maniera scorretta con qualcuno.
    per di più, WOW è amministrato nel quotidiano da un gruppo di ragazzi (tra cui me), tutti sotto i 40 anni, mossi da vera passione e voglia di creare qualcosa di bello e importante. ci si potrà accusare di inesperienza, ma vi assicuro che nessuno di noi sta lavorando per diventare ricco alle spalle di qualcun altro.
    evidentemente queste informazioni non sono note all’esterno e causano questo genere di commenti

    spero di non essere stato troppo lungo e di non aver irritato nessuno, non era mia intenzione
    invito chiunque abbia delle critiche fondate, o sia solo curioso di vedere come siamo fatti oltre le parole della moratti, a venirci a trovare
    vi accorgerete che invece di muovere critiche a vuoto potremmo collaborare per far nascere un nuovo centro vivo per il fumetto italiano

    Alberto

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