News sorprendenti: William Burroughs fumettista

Non capita spesso – almeno non a un fumettologo di professione – di lasciarsi stupire dall’equivalente fumettistico del “manoscritto ritrovato”. Lo stupore per il ritrovamento, un anno fa, del Sandokan fumettistico di Hugo Pratt e Mino Milani, non vale però che un’oncia – almeno per me – rispetto alla notizia del giorno: la pubblicazione di un fumetto realizzato negli anni 70 da William Burroghs, in collaborazione con Malcom McNeill.

Ah Pook Is Here – questo il titolo – apparve in una prima versione intitolata The Unspeakable Mr. Hart come strip mensile nelle pagine del magazine britannico Cyclops:

Tuttavia i due, chiusa l’esperienza della strip, progettarono una versione ‘libro’ del loro lavoro, immaginandolo come un’opera di 120 pagine cui lavorarono nell’arco di 7/8 anni. Strinsero un accordo nel 1971 con l’editore Straight Arrow, che chiuse però nel 1974. E da allora non trovarono altri editori disponibili. Fino a gettare la spugna un paio di anni dopo.

Puch è il dio Maya della Morte, figura che nel lavoro è utilizzata come controcanto dell’epoca contemporanea in una riflessione sul Tempo, strumento decisivo del controllo sociale esercitato dalle élites sulle masse:

Qui vedete un video animato del 1994 che riprende ed espande alcuni spunti (e titolo) da quel lavoro, nella forma di uno degli ansiogeni e ipnotici reading – quasi dei sermoni-accompagnati-da-suoni – del tardo Burroughs (ricordate quelli con Tom Waits o Kurt Cobain?):

Ha scritto William Burroughs:

Negli anni della nostra collaborazione, Malcolm McNeill ha prodotto più di un centinaio di pagine. Tuttavia, in parte a causa dei costi di riproduzione a colori, e inoltre poiché un libro del genere non poteva rientrare nella categoria del libro illustrato convenzionale, né quella di un fumetto alternativo, ci sono state molte difficoltà nello stringere accordi per arrivare a pubblicare il lavoro completo. Il libro è in effetti qualcosa di unico

Citata raramente – ed io, colpevolmente, ricordo solo vaghi riferimenti del buon Roger Sabin – scopro però che non era stata del tutto dimenticata. Lo scorso 4 Aprile l’opera completa, riassemblata dopo anni di ‘diaspora’ delle tavole tra gallerie e collezionisti, è stata per la prima volta esposta nella sua completezza in una mostra alla Track 16 Gallery a Los Angeles, facendone riparlare per la prima volta dopo anni di oblio. E ora, grazie all’editore Fantagraphics, arriva la notizia che nel 2011 verrà finalmente pubblicata.

Evviva.

Dei tanti paradossi di questa vicenda, uno svetta su tutti, fumettologicamente parlando: prima di quello che tutti chiamano “fenomeno graphic novel” (persino i quotidianisti italiani, ché è tutto dire) un grande cattivo maestro come Burroughs faticò oltremodo a spiegare e collocare il proprio lavoro. Un oggetto che chiamava “word/image novel”, in mancanza di altre parole (e di un mercato, e di editori – e forse persino di un pubblico) per esprimere ‘facilmente’ l’opera.

E allora sarà tardi per evitare l’effetto “archeologico”. E pubblicare un graphic novel di William Burroughs potrà forse suonare come un evento “fuori tempo massimo”. E l’accesa dimensione sperimentale di un oggetto considerato in quegli anni “indefinibile” non potrà che considerarsi spenta dalla naturalizzazione che la forma ha assunto nel contesto di oggi.

Ma lo stupore resta; e resta la gioia di ritrovare un tassello dell’esperienza di quell’esploratore dell’altro mondo, Uncle Bill, che ha incarnato con orrenda onestà la pulsione a scavare sotto la pelle della modernità, frequentandone le fogne. Con un’energia inquieta, e uno spirito di ricerca, che ci mancano fottutamente.

Un link. L’appassionata community burroughsiana realitystudio ha discusso con il pittore e disegnatore McNeill della sua collaborazione con Burroughs, qui.


2 Risposte

  1. Corro a prenotarlo 🙂

  2. Questa cosa mi lascia senza parole… estasiato…

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