Webcomics: in contrazione?

Le cifre sull’andamento del traffico di alcuni noti webcomics statunitensi raccolte da Webcomic Overlook – usando Compete.com – sono dati molto interessante, per quanto poco affidabili.

In sé, quei numeri parlano di una contrazione del traffico per molti tra i più longevi e noti fumetto online, come:

  • Xkcd, passato da 1 milione di unique visitors al mese a 300mila
  • Ctrl+Alt+Del, da cifre intorno ai 90mila all’inizio del 2012, si aggira ora tra i 20 e 30mila
  • PVP è passato da 30mila a 12mila
  • The Oatmeal si attesta sui 475mila, ma in anni precedenti oscillava tra 2 e 3 milioni al mese.
  • Saturday Morning Breakfast Cereal è passato in un anno da 200mila a 60mila
  • Hark A Vagrant! è sceso da 50mila a poco sopra i 10mila (attenuante: l’autore ha ridotto la produzione)
  • Gunnerkrigg scende dai 30mila di inizio 2012 a 12mila
  • Questionable Content da oltre 150mila a meno di 10mila

Come è noto, la parzialità della base dati su cui si basa il campione di Compete non rende giustizia dei numeri reali. E i commenti di altri comicsblogger a quel post lo testimoniano: alcuni vi riconoscono dati fedeli, molti altri no.

Ma il punto, come sempre in questi casi, più che nelle cifre è nella tendenza: tranne poche eccezioni, molti webcomics statunitensi vivono una fase di rallentamento.

Le ragioni, inevitabilmente, sono molteplici:

  • lo spostamento in corso dei lettori online, sempre più spesso consumatori via device mobili, non è uno spostamento necessariamente incrementale. E per molti webcomics il nodo potrebbe essere proprio nella forma/design delle tavole, poco leggibili (e/o poco navigabili) via smartphone o mini-tablet.
  • molte letture avvengono ormai attraverso piattaforme social, e non sui siti stessi: via Tumblr,  Facebook, ecc.
  • conseguenza: gli stessi strumenti di misurazione del traffico perdono colpi, non potendo, spesso, misurare il traffico al di fuori dei propri panel.
  • come sottolineano alcuni commentatori, il “fenomeno webcomics”, che aveva attirato grande attenzione da parte dei media mainstream fino a pochi anni fa, oggi non è più altrettanto cool. E l’attenzione dei media conta (anche se il fenomeno cinecomics, oggi più rilevante nell’agenda dei media, si riflette solo in parte sulle vendite dei prodotti editoriali).
  • per i webcomics più longevi, forse, è arrivata una fase di stanchezza creativa. O, più semplicemente, la loro formula (linguaggio, estetica, e user experience) non appare più corrispondere ai gusti odierni. Per molti, nient’altro che la dimostrazione di un fatto: essere fenomeni generazionali. Niente di meno, ma anche niente di più.

Detto questo, sarebbe interessante qualche osservazione comparativa su quanto accade anche in Italia, nella nostrana scena dei webfumetti. Se solo ne esistesse una.