Linea politica

Mentre ci si trasferisce a Lucca per qualche giorno, un pensiero di stringente attualità (ma anche no) by Quino:

Egitto: (ri)disegnare la protesta [no revolutions without Guy Fawkes]

Gli immaginari sulla rivoluzione non sono più gli stessi, da quando l’incandescente parabola di V for Vendetta scritta da Alan Moore si è conquistata la fama di un vero e proprio cult politico. Quel fumetto pare infatti un riferimento ormai obbligato, oggi, per molti giovani – cittadini e consumatori – che si trovano in condizioni di conflitto verso istituzioni antidemocratiche e oppressive.

Ecco quindi ritornare alla ribalta, periodicamente, la maschera del cospiratore Guy Fawkes – nella versione ridisegnata da David Lloyd – come simbolo ricorrente in numerose manifestazioni di piazza e contestazioni organizzate. Anche in questi giorni. Naturalmente più qua (Occidente) che là (Africa), dove alcuni manifestanti hanno sfilato in Massachusetts con la maschera di Fawkes in sostegno alle mobilitazioni egiziane e tunisine. E dove qualcuno ha realizzato l’ennesimo mashup cui – in fondo in fondo – auguriamo un bel successo virale:

Poi c’è l’Italia. Perché anche qui è riapparso Guy Fawkes. Sul volto di qualche partecipante alla manifestazione anti-berlusconiana ad Arcore pochi giorni fa:

Ma prima degli immaginari c’è la realtà. E anche qui, il disegno entra con una certa forza. Perché l’organizzazione delle proteste in Egitto è una sfida difficile, che per essere organizzata ha bisogno di diversi strumenti di comunicazione, anche al di là di quelli digitali. Ed ecco l’utilità del disegno nel sintetico pamphlet e libretto esplicativo fatto circolare dagli attivisti nei giorni precedenti i primi raduni in piazza Tahrir del 25 gennaio. Una sorta di manuale d’uso su “Come protestare in modo intelligente. Informazioni importanti e tattiche”:

Anche il disegno – anche il fumetto – può essere una delle forme di una rivoluzione.