Che E.C. Segar sia stato uno dei maggiori autori umoristici del Novecento era già chiaro a Vittorini. Figuriamoci a noialtri, che abbiamo l’opportunità di leggere i suoi lavori in un sol fiato, grazie alle eccellenti riedizioni complete che Fantagraphics produce ormai da qualche anno.
Proprio riprendendone in mano una (nel bailamme di queste settimane, tra ricerche puntuali e ritrovamenti fortuiti) mi sono fermato a riguardare le strisce di Sappo, una serie cosiddetta topper pubblicata ogni domenica accanto (o meglio: on top) la serie principale, ovvero ThimbleTheatre/Popeye.
Questa serie è abitualmente poco ricordata. Per un motivo evidente: potrebbe essere un esempio da manuale per il genere “serie geniali andate in vacca”.
Sappo debuttò nel 1920 come una divertente ma piuttosto canonica commedia di situazione, farcita di gag sulle relazioni marito/moglie. Fu solo con l’ingresso di un folle inventore, il professor Wottasnozzle, che all’inizio degli anni ’30 la strip visse una sterzata creativa che la condusse alla sua stagione più interessante. Sull’onda delle folli invenzioni messe in scena dal nuovo personaggio, Sappo divenne una strip ricca di invenzioni grafiche, in una fase in cui la serie principale, Popeye, non aveva ancora espresso il meglio da questo punto di vista. E alla metà degli anni Trenta Sappo poteva persino permettersi di “bucare la quarta parete” della pagina, in una sequenza come questa (10 febbraio 1935):
In realtà, come già anticipato in sequenze come quella relativa all’invenzione di un robot-disegnatore (5 giugno 1932), nella strip (e nella vita professionale di Segar) divenne presto un elemento centrale la pratica del disegno.
Accanto a Sappo, infatti, già nel 1934 era apparsa la prima gag del Popeye’s cartoon club: un vero e proprio corso di disegno durato oltre un anno, con Popeye protagonista. Sappo divenne così, a partire dalla metà del 1935, una sorta di sponda giocosa al più “didattico” corso di Segar/Popeye, e le immaginifiche avventure col professor Wottasnozzle sparirono. Il risultato fu la fine di invenzioni insieme narrative e grafiche, pre-Rube Goldberg, che avrebbero potuto condurre chissà dove l’ormai abilissimo Segar (che peraltro morirà poco dopo, solo 43enne, nel 1938).
Riguardando quelle strisce neglette, però, non si può certo dire che siano di scarso interesse. E anzi, con Sappo trasformato in supporto al nuovo corso “how to draw”, Segar si sbizzarrì in virtuosisimi che confermano, a mio avviso, la sua grandezza all’epoca.
E allora ecco qua una serie di quelle strip. In cui Sappo-disegnatore interpreta in modo originale un esercizio classico del virtuosismo nel disegno: trasformare alcuni segni apparentemente scollegati e poco o nulla figurativi – dai numeri ai nomi di persona – in caricature efficaci ed espressive [cliccare x ingrandire]:
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