Festa della mamma con Chris Ware

La copertina del nuovo numero del New Yorker, firmata da Chris Ware:

4 Risposte

  1. Bella come sempre, ma è una mia impressione o nella prospettiva c’è qualcosa che non torna? I tizi in campo lungo sembrano più grandi di quelli in campo medio, ed è vagamente straniante.

    • eccome: la prospettiva non torna, ma il gioco mi pare proprio quello: un progressivo appiattimento, dall’alto (testata, ovvero primo colpo d’occhio) verso il basso (dove l’occhio arriva a fermarsi, esplorando lo spazio, aiutato dal cerchio). Per una copertina, che non si guarda come una foto ma si “legge”, mi pare una soluzione sensata e interessante.

      Peraltro, ho la sensazione che Ware stia lavorando sempre più in questa direzione anti-prospettica. Speriamo non ci faccia strabuzzare troppo gli occhi 😉

  2. Mi fate tornare a mente ciò che mi disse a proposito di prospettiva nell’intervista che mi rilasciò nella mia intervista per Lo Spazio Bianco. Cito:
    “Ho sempre cercato di disegnare ogni cosa nel modo in cui la ricordo e percepisco, più che come la vedo. È per questo che ho sempre evitato di fare uso della prospettiva, cerco piuttosto di fare uso dell’idea di prospettiva, perché è in quel modo che ricordiamo le cose.”

    😉

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