Tintin, il film: in arrivo (con problemi)

Difficile non esagerare con le aspettative: il film tratto da Tintin potrebbe essere il “cinefumetto” più atteso da sempre.

I perché sono noti. Tintin è una pietra miliare del fumetto da oltre 80 anni; è uno dei simboli della fumettofilìa (e della fumettologìa); Spielberg e Jackson, per giunta insieme, sono forse le due massime ‘teste di serie’ nell’industria del cinema “popolare di qualità”; il progetto è stato realizzato con il più avanzato state-of-the-art tecnologico.

E il lancio non è stato certo cosa da poco. La prima mondiale è stata a Bruxelles. L’hanno seguita un po’ tutti i media, da quelli generalisti a quelli specializzati, italiani inclusi (vedi qua e qua). Viaggio in treno brandizzato per Spielberg, palinsesti a tema nella tv belga RTBF, installazioni e pannelli per la città, performance dal vivo, eccetera eccetera:

Palais Royal (foto: Mark Renders/Getty Images Europe)

Naturalmente questo lungo percorso lo seguo da tempo. Sia per lavoro che per puro piacere: di Tintin sono un quasi-fan (feticcio preferito: le copertine fake, del tipo “Tintin in Vietnam” o “Tintin in Cambogia”; P.S.: cercasi credibile “Tintin in Italia”). E per ingannare l’attesa negli ultimi giorni, sono andato a vedere cosa cominciava ad emergere dalla stampa più preparata.

A corollario, due notizie di cronaca.

La prima è che, con fastidioso tempismo, l’amministratore della Moulinsart (società che detiene i diritti di Tintin) Nick Rodwell è riuscito a collezionare l’ennesima figuraccia minacciando azioni legali contro una piccola brasserie belga (brasseria Faubourg Saint-Antoine, a Schaerbeek) colpevole di avere caratterizzato il locale esponendo (da 20 anni…) pubblicazioni e merchandising di Tintin senza autorizzazione.

La seconda è invece che il ministro belga delle Finanze, Didier Reynders, avrebbe abbandonato la riunione dei ministri delle finanze della zona euro per recarsi ad assistere alla prima del film. E la stampa britannica se ne è stupita, criticandolo.

Ma il succo del discorso è altro. Ovvero: la prima del film potrebbe avere confermato diversi timori da parte di chi, vedendo i trailer del film piacevolmente colorati e baracconi, ha pensato: tutto qui?

Il quotidiano inglese The Guardian ha scritto una lunga recensione del film che mi pare essere la prima vera, dura stroncatura. Mentre l’Independent ha giocato al classico scaricabarile, mettendo a tema l’insoddisfazione dei fans, il critico del Guardian ha preso una posizione molto chiara, intitolando il pezzo “Come hanno potuto fare questo a Tintin?”:

Uscendo dal nuovo film di Tintin diretto da Steven Spielberg, mi sono trovato, per qualche secondo, troppo stordito e disgustato per parlare; ero stato costretto a guardare due ore di violenza letteralmente insensata perpetrata nei confronti di qualcosa che avevo amato teneramente. In realtà, il senso di violazione è stato così forte che mi sentivo come se avessi assistito ad uno stupro.

Proseguendo, il critico – che parla di “spazzatura CGI” – descrive la sua insoddisfazione in toni meno apocalittici, e si sofferma su un paio di piacevoli dettagli. Ma la considerazione complessiva, con cui sintetizza il valore dell’operazione, è questa:

il film ha trasformato un sottile, intricato e bellissimo lavoro d’arte nell’enfasi bombastica tipica del blockbuster moderno, un Tintin per idioti.

Non voglio togliere nulla all’entusiasmo di chi, invece, ne ha scritto positivamente. Ma la distanza tra le posizioni, e la intensità delle argomentazioni di Lezard, materializzano i timori che il “cinefumetto più atteso da sempre” non poteva non portare con sé. E io aspetterò una settimana, ma vedo pian piano spegnersi il lumicino di ottimismo rimasto.

4 Risposte

  1. Il critico del Guardian è stato forse il solo a parlarne male.
    (http://www.rottentomatoes.com/m/the_adventures_of_tintin/)
    Tutte le altre recensioni sono tra il molto buono e il capolavoro. A volte la passione diventa cieco fanatismo e non si riescono a digerire gli adattamenti ad un nuovo medium per un film trans-generazionale.

    • Avevo guardato rottentomatoes (ma è ancora presto, con 23 rece; inoltre tra le prime review sono sempre incluse quelle di ordine giornalistico a sostegno del lancio, più che quelle dei critici, le cui review finiscono spesso in rubriche settimanali o mensili).

      Comunque condivido che la passione fan-atica produca le solite difficoltà di giudizio. Può essere sia questo il caso di Lezard. E dunque vedremo.

      Tuttavia ho voluto segnalare questo intervento, sia perché ampio e argomentato, sia perché – come scrivo da tempo – confesso di avere qualche preoccupazione. E non sul film in sé (non-so-finché-non-vedo), ma ovviamente sull’immagine che offrirà della sua ‘fonte’. Naturalmente una preoccupazione molto parziale (non ho visto che i trailer) e personale (non è che una semplice aspettativa).

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